È proprio così, l’arnia Warré è una delle più recenti arnie in commercio, ha solo 70 anni.
A differenza di arnie come la Langhstroth, nata nel 1852 e la DB nata ai primi del ‘900, la Warré è 30 anni più giovane della famosa arnia razionale in uso oggi in Italia.
Cenni storici
Mentre in USA Charles Dadant (1817-1902) modificava l’arnia Langstroth verso la fine del secolo per arrivare alla DB, in Italia nel 1922 già si parlava dell’italica-Carlini che riadattava la DB per adeguarsi all’uso italiano.
In Francia decenni dopo, Émile Warré (1867-1951) si dedicava allo studio di oltre 350 arnie, le più utilizzate, per verificarne pregi e difetti e metteva a punto una tecnica apistica, economica da realizzare e di facile gestione: è il 1948 quando pubblica la 12a versione del libro che descriveva “l’apicoltura per tutti” nel quale riportava anche i disegni della sua arnia.
La varroa a quei tempi
Per coloro che vorrebbero sminuire la tecnica Warré dicendo che sia stata ideata quando la varroa non c’era, si sappia che neppure Dadant, Blatt o Carlini avevano mai visto la varroa quando hanno messo a punto le loro tecniche.
La varroa è arrivata in Europa all’incirca nel 1980, 30 anni dopo la Warré, 60 anni dopo la DB, oltre un secolo dopo la Langstroth.
Apicoltura di ritorno
Se per “apicoltura di ritorno” si intende quel fenomeno per il quale i cittadini tornano ad allevare le api per autoconsumo, l’arnia Warré è uno strumento ideale per farsi il miele in modo semplice e risparmiando attrezzatura.
Se si vuole intendere il ritorno ad arnie del passato, la Warré non può considerarsi un’arnia vecchio-tipo, anzi.
Il miele? Sì, il miele prodotto tramite Warré può considerarsi i “come quello di una volta”, profumo e sapore pieni di un miele millefiori ricco di polline.