L’abate Warré aveva pensato alcune varianti della sua classica “arnia del popolo” nel caso l’apicoltore decidesse di fare miele in favo, una produzione commerciale oppure casalinga, ma sostanzialmente i moduli principali dell’arnia non prevedevano grosse variazioni.
Nei decenni molti hanno cercato di apportare delle migliorie o semplicemente trasportare degli accessori dell’apicoltura a telaino nell’apicoltura top-bar Warré.
Quando si decide di affrontare l’acquisto o la costruzione dell’arnia ci si trova davanti a tante possibili varianti, eccone alcune.
Il modulo
L’unica vera differenza tra moduli in Warré è dovuta alla presenza/assenza di finestre d’osservazione.
Warré previde le finestrelle, ma non vengono neppure mai citate nella tecnica apistica quindi si può dire che sia un mero accessorio estetico per quegli apicoltori che hanno bisogno di guardare dentro.La scelta delle finestre è una mera preferenza personale.
Il tetto
Il tetto dell’arnia fu previsto da Warré di due tipi, quello a spiovente o quello piatto.
Il primo è più costoso (da realizzare e da comprare) ma garantisce una miglior caduta della pioggia e della neve lontano dalle pareti dell’arnia oltre ad essere più bello; ciò garantisce anche una vita più lunga all’arnia.
Quello piatto è più economico, forse meno appariscente ma comunque garantisce una protezione dell’arnia ottimale ove il clima non sia freddissimo o molto piovoso.
Esistono anche tetti con rivestimenti metallici a seconda delle proprie condizioni meteorologiche.
Il fondo
Abbiamo visto almeno tre tipi diversi di fondo: quello classico, quello anti-varroa e quello “HappyKeeper”.
Il primo è quello previsto da Warré e permette alle api di entrare/uscire senza difficoltà.
Il secondo permette un miglior conteggio della varroa ed anche l’ispezione del posizionamento del glomere durante l’inverno poiché permette di estrarre le scorie sul fondo senza aprire l’arnia e valutarne i costituenti.
Il terzo fondo, non comune in Italia, è un fondo a tubolari che dovrebbe permettere una miglior aereazione dell’arnia abbattendo così notevolmente la varroa.
Noi abbiamo visto varie tecniche per il conteggio della varroa anche senza fondo, semplicemente infilando un foglio A3 spennellato di vasellina tra il modulo inferiore e il fondo classico.. questo alzando di 3mm un lato dell’arnia e quindi senza creare grossi disturbi alle api anche in inverno, il fondo anti-varroa è quindi un accessorio comodo ma non strettamente necessario.
Le barrette
Ferma restando l’intenzione di usare le top-bar e non i telaini, abbiamo visto barrette sagomate con la “vela” di invito realizzate in legno, oppure barrette realizzate con dei tagli per poter infilare pezzi di fogli cerei o le classiche barrette liscie su cui fare la vela di cera. La scelta della top-bar quindi diventa un fattore soggettivo seppur la cosa migliore per le api sia quello di usare degli inviti in cera naturale, si può senza dubbio optare per la soluzione in base alla propria disponibilità economica.
Ricordiamoci comunque di usare cera non trattata per gli inviti se vogliamo fare miele biologico.
Spaziatura tra barrette
Per spaziare le barrette esistono degli appositi spaziatori in metallo per le top-bar warré, ma si può anche solo mettere un chiodino e fare una piccola fessura a metà della barretta per una corretta divisione tra top-bar. Fatta una volta vale per sempre, si può anche optare per l’acquisto dello spaziatore e usarlo per fissare i chiodini.
Ribattitura inferiore del modulo
Normalmente i moduli hanno il bordo superiore ribattuto per poter ospitare le barrette, ciò non impedisce di ribattere anche il fondo inferiore per garantire una minor propolizzazione tra moduli e facilitare in la fase di separazione degli stessi.
Sistemi di trattenuta
In ambienti ventosi o dove gli spazi sono ristretti o per necessità specifiche, a volte è necessario bloccare i moduli tra loro. Alcuni usano una fascia a stringere che fanno passare sotto il tetto e sotto il fondo, altri usano dei chiodi laterali a cui inframezzano un filo di ferro elastico per trattenerle tra loro.
Nutritori
Warré disegnò un tipo di nutritore ma ne esistono anche a tasca da inserire nel modulo. Personalmente considero il nutritore una cosa “temporanea” pertanto non influenza l’acquisto dell’arnia, è quindi un semplice accessorio che si rende talvolta necessario.
Tipo di legno
Uno dei costi maggiori nella fabbricazione delle arnie è il materiale. L’apicoltore oculato potrebbe usare legno di riciclo di vario spessore ricordando solo di mantenere invariate le dimensioni interne dei moduli e la distanza tra le barrette.
In Italia le arnie economiche sono realizzate in legno di pino, richiedono quindi una protezione dagli agenti atmosferici altrimenti non durano a lungo. In Francia si usa il legno di larice di bosco (attenzione, non il larice di prato!). Alcuni usano anche il legno castagno, ma è decisamente pesante.
Qualsiasi sia la scelta del legno, l’importante è che non sia trattato o verniciato se non con materiali per apicoltura.
Montaggio
Esistono varie metodologie di assemblaggio delle arnie. Con viti, chiodi o colla o con incastri semplici o a coda di rondine. Sono da preferire viti inossidabili e buoni incastri. Diffidate delle colle.