Miele grezzo: come si estrae

La smielatura in Warré si effettua di solito per spremitura dei favi e si ottiene un miele grezzo dal gusto naturale.

Prelevare il modulo

La prima operazione è quella di rimuovere l’ultimo modulo, quello pieno di miele, e liberarlo dalle api. Il sistema più facile a mio modo di vedere è utilizzare un apiscampo che ci permetterà in 24/48 ore di avere un modulo libero quasi totalmente di api.

Un apiscampo è una specie di imbuto/passaggio che permette alle api di scendere verso la regina ma di non risalire più verso il miele e si posiziona 24/48 ore prima così da non dover traumatizzare le api.
Per posizionarlo, si usa prima un filo di nylon o di ferro sottile per separare i moduli e avere la garanzia che non si spacchino dei favi.

Ottenuto quindi il modulo quasi vuoto di api, lo si rimuove portandolo lontano dalle arnie e ci si premura di rimuovere le api residue con una spazzola delicata. Io ho usato un asciugacapelli (come fanno in Giappone) per soffiarle via e tenevo il modulo in una scatola per evitare incursioni di api.

Una volta liberato, il modulo appare circa così.

Con un coltello si tagliano i ponti tra favo e arnia (solitamente due) per estrarre i favi senza danneggiarli.

Spremitura

Per ottenere un miele grezzo abbastanza pulito, ma non troppo, utilizzo:

  • Un maturatore in acciaio alimentare
  • Un filtro “grosso”
  • Un filtro “a sacco” fine
  • Un torchio per alimenti

Dopo aver estratto tutti i favi, li rompiamo e li lasciamo sul filtro grosso a colare nel filtro a sacco. Niente centrifuga per il nostro miele grezzo naturale, vogliamo mantenere il profumo di cera e polline intatti.

Umidità del miele

Come di prassi, per poter avere la certezza che il miele si conservi bene bisogna misurare il tasso di umidità del miele col rifrattometro. Più alta è l’umidità più alta la probabilità che vada a male perché un alto tasso di zucchero non permette ai batteri di riprodursi.

Miele in favo

Solitamente un favo non lo spremo ma lo taglio a quadrati e lo lascio immerso nel miele. Ad alcuni piace infatti il cosiddetto “miele in favo” ed essendo tutta naturale la cera prodotta, l’arnia Warré ben si presta a questo tipo di produzione.

Il favo col miele può essere tagliato sottilissimo e mangiato con i formaggi.

Personalmente preferisco non metterlo nel miele, ma tenere il favo asciutto e raschiarlo all’occorrenza, ma abbinarlo ad altri cibi è un’ottima alternativa.

Il miele grezzo Warré

Ecco come appare un barattolo di miele Warré con dentro un favo.
Il miele Warré è solitamente meno trasparente, contiene infatti microparticelle di cera, propoli e polline. Il colore invece è dato più dal tipo di fiori che le api hanno visitato. Il miele Warré essendo estratto una volta all’anno, è solitamente un miele millefiori.

I residui della spremitura

Dopo aver rotto, fatto colare il miele e spremuto i favi, rimarranno due residui: una schiuma di polline e un misto zuccherino di cera e miele.
Ci sono tanti modi per separare il composto di cera, ma il modo migliore è quello di restituire tutto alle api.

Per restituire la cera alle api si può usare il nutritore Warré privato della rete, oppure distribuire la massa e poi posizionarla lontana dalle arnie.

Ora che il miele grezzo naturale è in barattolo, che la cera avanzata è tornata alle api, beh possiamo dire, gustatevelo!

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