È già passato qualche mese da quando ho spremuto i primi favi di pura cera naturale per trarne del miele; eppure quando riapro i barattoli di quella volta risento quell’odore tipico del miele di favo; deciso e intenso, mi ricorda il miele di una volta. Mi scuseranno gli amici apicoltori professionisti, ma i barattoli che compro al supermercato non profumano così. Forse è perché li ho fatti io, forse perché alle mie api ci tengo, forse perché so che ci ho speso tempo e fatica o forse perché la tecnica Warré è diversa dalle altre.
Qualunque siano i motivi, i miei amici erano più curiosi di me dell’assaggiare quel miele di cui tanto gli avevo parlato ed il riscontro è stato proprio come lo immaginavo: piacevole e famigliare. Col passare del tempo però altri momenti mi hanno portato a parlare di miele, ma senza la possibilità di raccontare cosa fosse un’arnia Warré e quale fosse l’importanza di una tecnica rispettosa delle api come quella dell’abate francese. Dovevo aggiungere un elemento comunicativo in più per far parlare il miele di se, per raccontare cosa fosse quel prodotto irripetibile che è il miele delle arnie a favo naturale e che andasse oltre il palato ineducato di molti di noi consumatori. Ecco che mi trovo l’immagine di un bel barattolo, semplice, lineare e “parlante” che mi appare su Pinterest e capisco che l’odiato packaging può essere addomesticato e reso utile per raccontare il prodotto. Inizia allora la ricerca e la composizione del mio barattolo e della mia etichetta.
La corona a simboleggiare la regina, l’ape protagonista incontrastata, la corona d’alloro a richiamo della poesia della natura. Nasce così lo stemma del mio miele, il simbolo che rappresenta a mio modo di vedere gli elementi chiave del fare apicoltura.
Con Adobe Illustrator non ci so fare, ma mi tocca affrontarlo per dare corpo alla mia idea (grazie per la pazienza Davide); e poi ecco la legge, che impone regole importanti per fare un’etichetta. Nessuna intenzione di vendere miele, per ora, ma se vuoi fare le cose cerca di farle bene e da subito, quindi eccomi a studiare le norme UE.
Il risultato è sotto i vostri occhi.
Il testo dietro dice:
“La tecnica Warré fa uso di arnie la cui misura ricorda molto la dimensione degli spazi che le api scelgono in natura per costruire i favi di cera che contengono il miele. In Warré, le api sono libere di costruire i loro favi senza l’introduzione di cera esterna e vengono disturbate dall’apicoltore il meno possibile cioè solo per verificare la loro salute. Per questi motivi l’apicoltura Warré viene chiamata da alcuni “apicoltura naturale”. L’estrazione avviene per torchiatura per mantenere inalterato il profumo del miele.Il miele potrebbe risultare opaco per la presenza di polline, anch’esso presente nei favi al momento della torchiatura.”
Alcuni scrivono che noi italiani dovremmo cercare di valorizzare di più i nostri prodotti, io spero di esserci riuscito.
Ora posso dare il barattolo ad un amico a cui chiederò di leggere il significato del miele, assaggiare il mio lavoro e gustare la natura dei fiori.
W le api.